Malempin

C'è una casa silenziosa, un letto, un padre che osserva. E dentro di lui, un fiume di ricordi che si apre come una ferita sottile. In Malempin di Georges Simenon, la memoria non è mai un luogo sicuro: è fatta di ombre, di dettagli che sfuggono, di verità che affiorano come sussurri. Il dottor Édouard Malempin veglia il figlio malato, ma ciò che affronta davvero è se stesso, in un viaggio intimo e implacabile tra identità, colpa e consapevolezza. Simenon ci conduce nei meandri più segreti della coscienza, dove tutto è sfocato ma intensamente vivido.

• Cioccolato di Modica al sale di Sicilia: un abbraccio dolce e ruvido insieme, come i pensieri che riaffiorano all’improvviso, lasciando un retrogusto salato di verità.

• Crema spalmabile alla nocciola (antica ricetta): una carezza che sa di infanzia, di pane caldo e sicurezza, come quei ricordi che ritornano senza preavviso.

• Candela di soia: la luce soffusa che accompagna le riflessioni più intime, perfetta per entrare in quella sospensione rarefatta che solo la memoria sa creare.

• Tisana Dreamland al limone, frutto della passione e valeriana: un infuso dal gusto morbido e meditativo, per abbandonarsi lentamente ai pensieri che scorrono silenziosi.

Una box per chi ama scendere in profondità, ascoltare i silenzi, e lasciarsi attraversare da ciò che non sempre si riesce a dire. Malempin non si legge: si attraversa.